Neuropsicologia

COS’E’ LA NEUROPSICOLOGIA?

La neuropsicologia è una scienza interdisciplinare che si occupa dello studio dei processi cognitivi e comportamentali, correlandoli al funzionamento di specifiche strutture cerebrali. La neuropsicologia clinica, in particolare, si occupa della valutazione e riabilitazione dei deficit a carico delle funzioni cognitive (memoria, attenzione, linguaggio, percezione, ragionamento, orientamento ecc..) a seguito di danni cerebrali causati da diversi eventi patologici: malattie degenerative (ad esempio demenza di Alzheimer o demenza fronto-temporale), ictus cerebrali, traumi cranici, tumori cerebrali, malattie demielinizzanti (per esempio, Sclerosi Multipla), malattie psichiatriche (depressione, ritardo mentale, disturbi di personalità).
Negli ultimi anni si è affermata l’importanza e l’utilità della neuropsicologia anche e soprattutto nell’ottica di prevenzione del decadimento cognitivo, per la promozione del benessere psicologico ed il mantenimento il più a lungo possibile dell’autonomia e della qualità di vita della persona: il benessere della persona non si esaurisce nelle etichette “salute” vs “malattia”, ma si colloca entro un continuum determinato da molteplici fattori di natura bio-psico-sociale, tra i quali vi è anche il livello di stimolazione cognitiva di cui la persona può usufruire nella quotidianità.
Come è importante mantenersi attivi fisicamente per “tenere a bada” il rischio cardiovascolare e prevenire la degenerazione articolare, allo stesso modo è importante mantenersi attivi, partecipi, e curiosi mentalmente per ridurre la possibilità di sviluppare un deterioramento cognitivo.

I servizi offerti:

    1.   LA VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA

La valutazione neuropsicologica fornisce informazioni sul comportamento, la personalità, le capacità cognitive, le abilità apprese e il potenziale riabilitativo delle persone che hanno subito una lesione cerebrale. Il neuropsicologo effettua una valutazione cognitiva completa tramite strumenti strutturati e standardizzati, allo scopo di:

  • Dare indicazioni obiettive sull’esistenza o meno del disturbo cognitivo
  • Indicare le funzioni cognitive colpite (memoria, attenzione, linguaggio etc.), ma anche evidenziare le componenti preservate e le risorse del paziente
  • Fornire una valutazione quantitativa e qualitativa della gravità dei deficit, indispensabile per valutare la progressione di malattia nel corso del follow-up
  • Impostare un adeguato programma di riabilitazione/stimolazione cognitiva

Come viene effettuata?

  • Il colloquio clinico, attraverso il quale viene raccolta la storia personale del paziente (educativa, familiare, occupazionale, cognitiva, sociale, medica, psicologica), rilevata la descrizione soggettiva dei disturbi cognitivi, la consapevolezza di essi ed il loro impatto sulla vita quotidiana del paziente. In questa fase vengono consultati anche eventuali referti neuroradiologici e tutto ciò che ha a che fare con la condizione medica generale e neurologica del paziente. Si costruisce una collaborazione con il paziente e i suoi familiari.
  • L’osservazione diretta e indiretta del paziente, sia osservando la persona durante il colloquio e la somministrazione dei test, sia dalle informazioni riportate dai familiari.
  • I test standardizzati: sono il nucleo centrale dell’esame neuropsicologico: ogni funzione cognitiva viene indagata con test e questionari standardizzati, da cui si trarranno informazioni quantitative e qualitative sulle aree cognitive danneggiate e su quelle indenni. Tali test cognitivi permettono di rilevare deficit neuropsicologici che sfuggono alle indagini strumentali neuroradiologiche (es. TAC, RMN). Hanno un ruolo fondamentale: sono l’unico strumento in grado di rilevare in maniera valida ed attendibile la presenza di deficit cognitivi.

A termine dell’esame neuropsicologico viene redatta una relazione clinica che descrive il profilo neuropsicologico della persona (con l’indicazione delle aree cognitive danneggiate e di quelle risparmiate) per poi eventualmente impostare un programma riabilitativo.

  2. SCREENING DELLA MEMORIA

  • Valutazioni del funzionamento cognitivo globale, della memoria verbale e della memoria visiva immediata, con rilascio di una relazione con gli esiti dei test ed eventuali indicazioni terapeutiche o di approfondimento diagnostico.
  • Tali screening sono indicati a persone dai 55 anni in su che percepiscono un peggioramento, anche lieve, nello svolgimento delle attività quotidiane a causa di sviste di memoria o attenzione, e più in generale una diminuita efficienza cognitiva.
  • Sono fondamentali per verificare se le piccole nuove “sviste” di attenzione e memoria sono indizi di un decadimento cognitivo da approfondire e tenere controllato, oppure se costituiscono un calo “fisiologico” per l’età di cui non preoccuparsi.
  1. INTERVENTI DI STIMOLAZIONE COGNITIVA INDIVIDUALE E DI GRUPPOLa Stimolazione Cognitiva è un intervento dedicato alle persone con demenza di grado lieve e moderato, strategicamente orientato al benessere complessivo della persona, che ne incrementa il coinvolgimento in compiti finalizzati alla riattivazione delle competenze residue ed al rallentamento della perdita funzionale dovuta alla patologia. All’ iniziale diffidenza del mondo scientifico per i trattamenti non farmacologici delle demenze si sta sostituendo, negli ultimi anni, un interesse crescente, in quanto: 1) I limiti dell’efficacia farmacologia impongono un approccio clinico multicomponenziale che abbia al centro non la guarigione (impossibile) del paziente, ma la cura (intesa come prendersi cura) della qualità di vita complessiva. 2) Le nuove scoperte in ambito neuroscientifico continuano a confermare la neuroplasticitàdel sistema nervoso, ovvero il suo carattere plastico ed adattabile alle modificazioni interne ed esterne e alla sua capacità di modificare la propria organizzazione strutturale ed il proprio funzionamento per adattarsi a nuove richieste.Quali sono gli obiettivi della stimolazione cognitiva?
  • Favorire l’utilizzo ed il mantenimento delle funzioni residue

Tramite esercizi carta-penna e computerizzati “tagliati” sulla persona, individualizzati e specifici in base al profilo neuropsicologico. La stimolazione cognitiva è un’attività altamente strutturata che può essere svolta in un rapporto 1 a 1 con lo psicologo, o in piccoli gruppi, per beneficiare della condivisione e del confronto con altre persone che hanno le medesime difficoltà cognitive.

  • Promuovere esperienze gratificanti che sostengano l’autostima e l’immagine personale

Attraverso stimolazioni multimodali (verbali, visive e tattili) ci si prefigge di rafforzare le informazioni di base del paziente, stimolare la memoria e le altre funzioni cognitive, rievocare la sua storia personale, e migliorare il livello di autostima dell’anziano facendolo sentire ancora partecipe di relazioni sociali significative, riducendo anche la tendenza all’isolamento.